Molto spesso si confondono i termini, e dunque i concetti, di ‘fantasia’ e ‘immaginazione’.
Se con “fantasia” si indica la capacità di vedere o visualizzare cose e situazioni, una capacità che resta un po’ chiusa in se stessa, l’ immaginazione permette di creare o modificare una realtà: immaginare rientra nel campo dell’esperienza, è un’azione condivisibile con gli altri, percepibile in qualche modo.
“Io ho immaginazione, non fantasia” sosteneva Gaudi e quando lo ho letto la prima volta mi sono quasi commossa, come quando ritrovi in altri i tuoi stessi pensieri.
Forse l’immaginazione è un senso, un ponte tra ciò che siamo e tutto il resto e la differenza tra questa ultima e la fantasia è la stessa che c’è tra credere e sapere.
Scrive Anne Wilson, in un saggio che dedica all’argomento:
L’immaginazione lavora per comprendere il mondo esterno al di là delle preoccupazioni solipsistiche del mondo interiore e per affrontarlo efficacemente. L’immaginazione è, inoltre, un potere creativo della mente che può saltare a concetti nuovi e visioni uniche della vita, mentre la fantasia è confinata al familiare, poiché si occupa solo dell’espressione dell’immutabile ceppo comune dei sentimenti umani.