sull’immaginazione
“Con quanta interezza vivo nella mia immaginazione; come dipendo assolutamente da zampilli di pensiero che mi vengono mentre cammino, mentre mi siedo; cose che roteano nella mia mente, componendovi un incessante corteo, che dovrebbe essere la mia felicità.” (Virginia Woolf)
Quando ero bambina cercavo sempre di dare definizioni assolute alle cose, così per me l’infinito era composto da “tutte le cose che esistono e tutte le cose che non esistono”…
Molto del mio lavoro si svolge mentre faccio altro o faccio niente.
L’incessante accadere nella mia mente, susseguirsi di immagini e forme spesso mi conduce altrove, un altrove sempre nuovo ma familiare.
Ho sempre ritenuto l’immaginazione un senso con il quale percepire il mondo circostante, un senso capace di sondare l’invisibile e “vedere” il visibile con occhi nuovi.
L’immaginazione può permeare tra le cose che esistono e quelle che non esistono, mescolandole tra loro e forse, proprio per questo, il pensiero non può avere limiti o confini.