Quando avevo circa quattro anni mio nonno mi veniva a prendere all’asilo, salivo dietro nella sua macchina e mi affacciavo tra i due sedili anteriori per guardare la strada. Arrivati ogni giorno allo stesso punto del tragitto esultava “più veloci della luce”, toccava l’acceleratore, forse si raggiungevano i 30 km orari, ma a me pareva di star decollando su un razzo diretto sulla luna.
Ho imparato così che tempo e spazio sono concetti relativi, che a prescindere dai sistemi convenzionali che abbiamo per misurarli, possono essere misurati secondo come li percepiamo.
Mi sarebbe piaciuto molto che la macchina fosse decollata davvero e ci avesse portati a velocità supersonica, o meglio superluminale, verso il cielo… ma, viaggi sulla luna a parte, ho sviluppato con gli anni un legame stretto con il concetto di lentezza e un po’ di rigetto verso quello di velocità a tutti i costi.
La velocità è divenuta sinonimo di progresso, in alcuni casi sicuramente lo è, ma non in tutti perché, se il concetto di progresso implica il concetto di miglioria rispetto a ciò che precedeva, questo non si può sicuramente applicare alla frenesia debilitante che ci circonda, all’alimentazione sempre più lasciata al caso e neanche all’oblio che sta inglobando tutto ciò che, non rispettando determinati criteri di efficienza, non è abbastanza produttivo per tenere il ritmo e che invece sarebbe da preservare.
Bisogna dunque stare al passo con i tempi, eppure esiste una dimensione possibile in cui sono i tempi a stare al passo delle persone.
Nel mio lavoro mi immergo in questa dimensione, dove il tempo è scandito di respiri, si misura in attimi, dove ottimizzare il tempo significa affondarci dentro e non sfiorarlo, dove amalgamare pensieri ed emozioni alla materia richiede cura e… tempo.
Sono istintivamente felice quando vedo qualcuno immerso nella stessa dimensione, è in quei momenti che vedo maggiormente l’umanità dietro l’umanità.
Si corre e sembra non si abbia tempo che per correre, si lascia da parte la frenesia e pare che il tempo si dilati, questa è la vera magia, la stessa che ti fa arrivare sulla luna a 30 all’ora.
“l’arte è il luogo della perfetta libertà”, questo è il mio spazio, una terra di mezzo tra tutte le cose che esistono e tutte le cose che non esistono. Io esisto là.
